Quanti genitori sono consapevoli del pericolo che si nasconde nell’utilizzo dei social sotto i 13 anni?
“TRATTO DA UNA STORIA VERA”
Siamo nell’era dei nativi digitali, ovvero di quei bambini, ormai ragazzi, nati “con il cellulare”, ovvero con la tecnologia (computer, cellulari, internet) a portata di mano.
L’altro sera ero al ristorante e sono rimasta scioccata nel vedere che una bambina di 8 mesi, seduta sul passeggino a fianco del tavolo dove ero io, teneva fra le sue due manine paffutelle lo smartphone della mamma e muoveva le immagini facendo scivolare le sue ditine: ipnotizzata. Rimase così per quasi mezz’ora. A L L A R M A N T E (episodio realmente accaduto).
Obiettivo raggiunto per i genitori, giusto?
Ci si gode la cena senza che il figlio o la figlia, di qualsiasi età, vi disturbi con grida, pianti e capricci (se è piccolo) o con manifestazioni di rabbia, bronci e lamentale (già dai 3 anni in poi): “non so cosa fare”, “parlate sempre voi”, “che noia”, “ho voglia di andare a casa, abbiamo già finito di mangiare”, ecc.
TECNOLOGIA = BACCHETTA MAGICA
Certo, se si tratta di una sera ogni tanto, non muore nessuno, direte voi. Peccato, però, che spesso la situazione sfugga di mano e che il cellulare o l’i-pad diventano la bacchetta magica del genitore per tenere buono il bambino in qualsiasi momento… quando lo si cambia al mattino, quando si fa colazione, quando si prepara il pranzo o la cena, il pomeriggio, un po’ dopo cena mentre si sparecchia e casomai un po’ anche prima di dormire perché “si addormenta prima”, dicono.
E questo avviene giorno, dopo giorno… dopo giorno.
Dove sono finiti i giochi che ci hanno fatto accompagnato nella crescita? Dove sono finiti, a seconda delle età, i peluche, i libretti, i fogli con i colori, le carte da gioco, i diari segreti…?
Sembra che la tecnologia sia diventata il tappabuchi per qualsiasi tipo di situazione ma voi genitori ricordate come passavate il tempo quando avevate 8-10-13 anni?
Siamo consapevoli che l’uso che i nostri figli fanno e faranno del digitale è fortemente influenzato dall’uso che ne facciamo noi e/o dai limiti e dalle regole che noi, come genitori, definiamo.
Se questo è quello che avviene nell’infanzia, cosa succede in preadolescenza/adolescenza?
Non capita di rado di ritrovarmi in consulenza, genitori di bambini/preadolescenti/adolescenti.
I due atteggiamenti opposti che spesso si presentano di fronte all’uso dei social da parte dei figli, sono:
- da un lato, genitori che parlano con estrema ed esagerata tranquillità dell’uso di internet e dei social da parte dei loro figli, come se fosse un loro “diritto”;
- dall’altro lato, genitori sconvolti dal fatto che il figlio/la figlia sia sempre su Facebook o a creare “stories” in Instagram, in maniera quasi compulsiva: qualsiasi momento della giornata può essere motivo di “diretta” e divulgazione al grande pubblico.
Ma la tecnologia non è arrivata ieri. La televisione, ad esempio, c’è da un pezzo ormai e non ci sarebbe da allarmarsi per l’avvento di questa “tecnologia”. Vero. Ma c’è una differenza fra la televisione e il computer, i cellulari, l’i-pad e tutto ciò che permette un accesso a internet. Questi ultimi, più della televisione, consentono al bambino di “comandare”, di cambiare la realtà, di saltare da una cosa e l’altra e di venire molto rapidamente e senza protezione in contatto con contenuti non sempre adatti alla sua età.
Ai miei anni c’erano i cartoni “dalle 16 alle 17”; ora c’è il virtuale: sempre.
I SOCIAL
Mentre sto scrivendo questo articolo ho voluto riverificare le informazioni relative all’età di iscrizione ai vari social network e sia per Facebook sia per Instagram si conferma non dover essere inferiore ai 13 anni. La stessa cosa vale per Whatsapp. Strano, penserete voi. E invece non è tanto strano, a fronte del fatto che sia Facebook sia Instagram sia Whatsapp hanno in comune un elemento: la condivisione rapida, “istantanea”, e non controllata, di messaggi, foto e video.
Facebook è meno usato dai ragazzini e dalle ragazzine under 13 per un solo motivo: per accedervi occorre registrare la data di nascita e, qualora l’età non risultasse maggiore ai 13 anni, la registrazione verrebbe bloccata (condizione che molti preadolescenti scavalcano semplicemente barando sull’età).
Tra i social è comunque cresciuta negli anni, la diffusione di Instagram, dal 5% del 2014 al 61% del 2016, e di WhatsApp, dal 15% del 2014 al 96% del 2016 (dato tratto da indagine durata sei anni tra le scuole della Brianza).
Instagram e Whatsapp spesso non vengono visti come un pericolo per i genitori che, a volte, dimenticano che i loro figli pur sembrando grandi e “più maturi rispetto alla media” hanno pur sempre 8-10-13 anni e che ci sono bisogni e pulsioni che necessitano di essere incanalate in direzioni sane per loro, cosa che i social spesso non aiutano a fare, anzi.
Non si esclude l’aspetto positivo dei social ossia il consentire di rimanere in contatto con gli amici in tempo reale. Il rischio però, sottolineato anche nel Programma nazionale di promozione delle competenze mediali, è dato proprio dalla condivisione di sé e della propria immagine senza avere consapevolezza di ciò a cui si può andare incontro. Inoltre occorre capire quale è il motivo che spinge la ragazza (perché, come ho scritto sopra, è più frequente che il bisogno dei social sia nelle ragazzine, che nei ragazzini under 13) a pubblicare se stessa in un social.
LA REGOLA 3-6-9-12
Nel Programma nazionale di promozione delle competenze mediali, si legge:
“La regola generale «3-6-9-12» dice:
niente televisione prima dei 3 anni,
niente console propria prima dei 6 anni,
accesso a Internet a partire dai 9 anni
e alle reti sociali a partire dai 12 anni.”
Perché il pericolo è soprattutto in preadolescenza?
Come mai la legge continua a mantenere fisso il limite dei 13 anni per l’utilizzo dei social, dando per scontato il divieto nell’età dell’infanzia ma includendo in questo limite anche il periodo delle medie (ovvero della preadolescenza)?
NUOVI INTERESSI
Finché sono i vostri figli sono bambini, finché vanno alle elementari, voi avete un controllo maggiore su di loro e anche loro vi seguono di più, ascoltano di più le vostre richieste e non vi mettono in discussione. Il “gioco” è il loro passatempo preferito e i social non sono fonte di grande interesse.
IL PENSIERO NON ANCORA MATURO
La curiosità scatta soprattutto in preadolescenza (9-13 anni), un’età in i ragazzini si trovano a dover fare i conti con un’infinità di cambiamenti (LEGGI L’ARTICOLO PREADOLESCENZA: CHE CONFUSIONE!) a partire da quelli fisici ed emotivi. Questi cambiamenti non sono accompagnati e integrati da uno sviluppo così rapido della mente. Il pensiero infatti, in preadolescenza, comincia lentissimamente a trasformarsi da concreto a simbolico-introspettivo-critico. Non è un caso se si insegna la materia “filosofia” ai ragazzi dai 16 anni: i ragazzini alle medie, per quanto maturi vi sembrino, stanno acquisendo con calma la capacità di pensare guardandosi dentro, criticando le proprie e altrui scelte e opinioni (e da qui la messa in discussione dei genitori e degli insegnanti). Manca inoltre il senso del limite e si vive invece preponderante il desiderio di avventura, di sfida, di sperimentazione.
A fronte di questo, può essere comprensibile considerare che non è presente nei preadolescenti una matura capacità di discernere fra cosa va bene pubblicare e cosa è meglio non mettere in vetrina.
DEFINIZIONE DELLA PROPRIA IDENTITÀ SESSUALE
Uno sviluppo del pensiero, ancora in trasformazione ed evoluzione, viaggia parallelamente ad uno sviluppo sessuale e ormonale ma con ritmi molto diversi. Anche se vi sembrano “maturi”, i vostri figli si stanno scoprendo ora e non è facile avere una propria lettura né del mondo né; tanto meno, di se stessi.
Nell’articolo “INSTAGRAM E L’IMMAGINE ALTERATA DI SÉ” approfondisco il tema dello sviluppo sessuale in preadolescenza ma è importante che tu genitore possa ricordare che tutti gli atteggiamenti di seduzione e provocazione che tua figlia mette in atto, se messi nella vetrina dei social possono alla lunga assumere forme non più contenibili. Ho fatto riferimento solo alle ragazze perché mentre in preadolescenza i maschi si sfidano sul versante della forza, sono proprio le ragazze a confrontarsi sugli aspetti legati alla femminilità.
Qual è il rischio nell’uso dei social?
In generale, ii rischio a cui incorrono i ragazzini con i social è che si amplifichi vertiginosamente l’esposizione nei confronti di:
- contenuti illegali, offensivi, pornografici, razziali;
- contatti pericolosi (rapporto con sconosciuti, bullismo, stalking, pedofilia);
- condotta (ad esempio avvicinandosi ad una disinformazione che non riescono a discriminare come tale o alla diffusione o cessione di informazioni personali violando o vedendo violata la propria o altrui privacy).
In particolare, proprio per il fatto che le utenti sono in percentuale maggiore femmine, l’esibizione e la seduzione che le ragazzine adottano per dare risposta al loro bisogno di sentire che stanno cambiando e per cercare di riconoscersi nel loro genere di appartenenza (processo naturale e fisiologico), può essere mal interpretata dai coetanei e, sfortunatamente, anche dagli uomini, diventando pericolosa.
6 CONSIGLI per gli utenti social under 30
Se hai meno di 13 anni e sei capitato/a in questo articolo senza annoiarti (complimenti!), ecco alcuni consigli per te, per rimanere nel social tutelandoti per quanto possibile:
- Non abusare con i selfie: non sono i like a dare il valore di chi sei
- Non registrare i luoghi dove ti trovi: mantieni la tua privacy e fai in modo che le persone non possano cercarti. In generale, abbi prudenza con i tuoi dati personali (nome, cognome, età, città)
- Mantieni il tuo profilo “privato”: anche in questo caso, il profilo privato evita che sconosciuti possano entrare in contatto con te e con le tue foto e informazioni
- Accetta le amicizie solo di persone che conosci direttamente
- Nelle didascalie non scrivere volgarità, parolacce o insulti
- Non pubblicate video o foto di altri senza il loro consenso.
3 CONSIGLI per genitori attenti
1. RIFLETTETE:
Cari genitori, prima di leggere i consigli per voI, vi faccio due domande:
- CHE TIPO DI USO FATE VOI DEI SOCIAL?
- CHE OPINIONE AVETE DEI RISCHI LEGATI AI SOCIAL PER I VOSTRI FIGLI?
Le risposte a queste domande sono fondamentali perché sulla base di queste si riflette l’idea che i vostri figli hanno dei social e l’uso che ne fanno. Per voi è importante “mostrare” la vostra vita, pubblicandola in una vetrina virtuale?
Avete contatti di persone che non conoscete? Modificare le foto, vostre e/o dei figli, per apparire “migliori” e ricevere più like? (Leggi l’articolo “NARCISISMO E FACEBOOK“). Se i vostri figli vedono questo, come vostro uso, lo considereranno valido e più probabilmente lo replicheranno. Cosa cercheranno facendo parte dei social? Conferme sulla loro bellezza? Sul loro essere trendy? Cool? Alla moda? E che tipo di modelli prenderanno per rispecchiarvisi? Modelli che andranno ad amplificare quel bisogno che loro ricercano?
2. ACCOMPAGNARE, NON VIETARE:
Parlate con i vostri figli del mondo virtuale, di ciò che possono trovare o di ciò che voi trovate nel loro cellulare. Mettete la mente (ovvero RIFLETTETE!) su ciò che fanno, ricordandovi che non potete pretendere da vostro figlio che non mangi caramelle se voi stessi state masticando una caramella proprio in quel momento. Parlatene insieme e, per primi, usate i social saggiamente.
Per i vostri figli siete un esempio ANCHE in come usate i social.
3. FILTRO SUI CONTENUTI NON ADATTI ALL’ETÀ:
Avrete letto i 6 consigli che è bene seguano i preadolescenti, e in generale i minorenni, nell’uso dei social. Anche impostando come “privato” il loro profilo instagram, sebbene loro non siano rintracciabili da persone esterne, possono comunque entrare in contatto con contenuti e profili di tutti i tipi. Per questo è fondamentale impostare un filtro come misura di protezione per la navigazione in internet.
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© DR.SSA ILARIA CADORIN