Ci mettiamo una vita per costruirci una buona reputazione…
E poi bastano una foto, un video o una parola sbagliata, a far sì che quell’immagine si sgretoli in un minuto.
Come mai avviene questo?
Quando una persona sbaglia, tutti sono pronti a riderci sopra, a farne ironia. E non si pensa a CHI ci sta dietro, a cosa sta vivendo quella persona.
È sulla bocca di tutti il video in cui emerge in particolare la figura della direttrice di Banca. Come potrà sentirsi lei, in questo momento, per un video diventato virale e sul quale grandi marchi già stanno facendo ironia?
Ripenso a un anno e mezzo fa quando, per un mio post scritto su Elisa, si “scatenò l’Inferno”.
Su 5 milioni, e più, di persone che l’avevano visto, postato, condiviso, e di cui ne avevano parlato televisione ed emittenti radio, c’era chi aveva compreso il senso del mio messaggio e chi, invece, era stato pronto a criticarmi e giudicarmi, come professionista e come persona.
Penso a quelle ragazzine delle medie, che per delle foto osè condivise “fra amici”, e la cui condivisione è sfuggita di mano, hanno dovuto cambiare scuola e città. Non era più possibile vivere stando sulla bocca di tutti.
E penso a quella giovane donna che due anni fa si è uccisa per ciò che aveva scatenato la condivisione, sbagliata, di alcuni suoi video privati.
Penso a quelle città dove, a causa di omicidi o eventi estremamente negativi del passato, rimarrà per sempre la connessione “città-evento”, dimenticando tutto il bello che quella città ha.
E, poi, penso a tutte quelle situazioni in cui, anche in piccoli paesi, si sparla e si spettegola su persone e circostanze, senza mai conoscere la realtà sottostante.
Tutti, in quel momento, dietro al computer, diventiamo Giudici.
A volte per sempre.
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto
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